domenica 15 marzo 2015

Pripyat, la più grande città fantasma del mondo

La città ucraina di Pripyat, vicino al confine Bielorusso, a 100km da Kiev, è stata abbandonata dopo il disastro nucleare avvenuto nel 1986 alla cantrale di Chernobyl, che si trova a circa 3 km di distanza.
La costruzione della città iniziò il 4 febbraio 1970 per ospitare i lavoratori e i costruttori della centrale nucleare con le loro famiglie. Negli anni successivi, il numero di abitanti incrementò notevolmente grazie a una qualità della vita relativamente alta rispetto al resto dell'Unione Soietica.

Paradossalmente Chernobyl ha subito molto meno i nefasti effetti della contaminazione radioattiva. Pripyat è da quel tragico giorno un luogo totalmente abbandonato. Un luogo che però si può visitare.

Gli abitanti di Pripyat, nell'abbandonare le loro case sentirono queste parole:
"Il Consiglio Comunale informa che, a seguito dell'incidente alla centrale nucleare di Černobyl, nella città di Pryp'jat' le condizioni dell'atmosfera circostante si stanno rivelando nocive e con alti livelli radioattivi.
Compagni, lasciando temporaneamente le vostre case, non dimenticate per favore di chiudere le finestre, di spegnere tutte le apparecchiature elettriche ed a gas e di chiudere l'acqua. Si prega di mantenere la calma, l'ordine e la disciplina durante lo svolgimento di questa temporanea evacuazione.


Nel 1986 , anno della sua evacuazione , contava quasi 50.000 abitanti.
Gli scienziati che studiano sul posto gli effetti delle radiazioni, sono ammessi all'area vietata con permessi speciali e per uscirne devono spesso sottoporsi a decontaminazione.
Oggi la natura sta invadendo la città e il territorio che la circonda e almeno in apparenza questo inferno è diventato una specie di paradiso per gli animali che non devono più interagire con gli uomini, circolano liberamente e occupano strutture abbandonate. 
La città era moderna e funzionale: ospedali, centri commerciali, due grandi alberghi, numerosi caffè, ristoranti, centri sportivi, tra cui una piscina coperta, che rimase attiva fino alla fine degli anni '90 per il personale della centrale, che continuò ad operare con tre reattori funzionanti fino al 2000.
prima
oggi.






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